[MT]Michele Serra - Gli sdraiati[Ebook-Pdf-Ita-Narrativa]

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Description









Titolo originale: Gli sdraiati
Autore: Michele Serra
1ª ed. originale: 2013
Data di pubblicazione: 6/11/2013
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Pagine: 108






Michele Serra Errante nasce il 10 luglio del 1954 a Roma. Trasferitosi a Milano a soli cinque anni, frequenta il liceo "Manzoni" ottenendo la maturità classica. Iscrittosi alla facoltà di Lettere Moderne, interrompe gli studi già al terzo anno: nel frattempo inizia a lavorare per l'"Unità".
A partire dal 1986, il giornalista si dedica alla satira e scrive numerosi pezzi per "Tango", l'inserto satirico dell'"Unità" diretto da Sergio Staino. La sua vena ironica viene immediatamente apprezzata, al punto che Serra nello stesso anno si aggiudica il Premio Satira Politica Forte dei Marmi.
Dopo aver collaborato, a partire dal 1987, per "Epoca", settimanale di Arnoldo Mondadori, nel 1989 Serra fonda e dirige "Cuore", destinato a prendere il posto di "Tango", chiuso nel 1988 . Candidato alle elezioni europee del 1989 dal Pci, non viene eletto, ma si consola con l'uscita de "Il nuovo che avanza", il suo primo libro di racconti.
Dopo aver aderito nel 1991 al Pds, Serra abbandona ben presto quell'esperienza, anche se rimane legato in maniera molto forte alle ragioni della sinistra. Il 7 giugno del 1992 Michele inaugura sulla prima pagina dell'"Unità" la rubrica "Che tempo fa", avviata con la benedizione del direttore del quotidiano Walter Veltroni.
Lasciata nelle mani di Claudio Sabelli Fioretti la direzione di "Cuore", inizia a collaborare, a partire dal 1996, con "La Repubblica": per il quotidiano di largo Fochetti scrive una rubrica giornaliera, intitolata "L'amaca", nella quale commenta con arguzia e brillantezza i fatti del giorno. Per il gruppo De Benedetti, inoltre, scrive anche su "L'Espresso": per il settimanale cura la rubrica "Satira preventiva".
Particolarmente prolifico sul fronte letterario, pubblica nel settembre 1997 "Il ragazzo mucca", il suo primo romanzo; poche settimane dopo esordisce a teatro "Giù al Nord", spettacolo interpretato da Antonio Albanese e scritto da lui ed Enzo Santin.
L'attività di Serra è decisamente poliedrica: scrive per Luca De Filippo un adattamento dell'opera di Nikolaj Erdman "Il suicida", e compare tra gli autori de "La tavola di Babele", concerto a più voci che va in scena il 1° novembre del 2000 a Parma per sostenere la campagna "Cibo per tutti" della Fao. Autore di "125 milioni di caz..te", programma evento presentato da Adriano Celentano in prima serata su Raiuno, scrive anche "Peter Uncino", insieme con Marco Tutino: si tratta della rilettura della storia di Peter Pan, interpretata da David Riondino e Milva.
Vincitore nel 2002 del Premio Procida - Isola di Arturo - Elsa Morante, grazie al libro "Cerimonie", a partire dal 2003 entra a far parte del team di autori di "Che tempo che fa", il programma del week-end di Raitre condotto da Fabio Fazio; sempre per Fazio, nel 2012, scrive "Quello che (non) ho", show evento di tre puntate in onda su La7.
Nel frattempo, la sua attività in libreria non si è certo fermata: tra gli altri volumi si segnalano "Poetastro. Poesie per incartare l'insalata" (edito nel 1993 da Feltrinelli), "Maledetti giornalisti" (scritto nel 1997 con Gad Lerner e Goffredo Fofi) e "Che tempo fa" (edito ancora da Feltrinelli nel 1999).
Autore anche teatrale, ha firmato tra l'altro "I bambini di sinistra" (con Gigio Alberti, Claudio Bisio, Giorgio Gallione e Giorgio Terruzzi) e "Psicoparty", con Antonio Albanese.




1982 - Giorgio Gaber. La canzone a teatro
1986 - Tutti al mare
1987 - Visti da lontano
1988 - Ridateci la Potëmkin
1989 - Il nuovo che avanza
1991 - 44 falsi
1993 - Poetastro. Poesie per incartare l'insalata
1997 - Il ragazzo mucca
1997 - Maledetti giornalisti, con Goffredo Fofi e Gad Lerner
1998 - Giù al Nord, con Antonio Albanese ed Enzo Santin
1999 - Che tempo fa
2000 - Canzoni politiche
2001 - Pinocchio Novecento. 25 tavole a colori commentate da Michele Serra, testo di Carlo Collodi e disegni di Sergio Staino
2002 - Cerimonie
2002 - De André il corsaro, con Fernanda Pivano e Cesare G. Romana
2005 - I bambini sono di sinistra, con Claudio Bisio, Giorgio Terruzzi, Giorgio Gallione e Gigio Alberti
2006 - Tutti i santi giorni
2007 - Psicoparty, con Antonio Albanese, con DVD
2008 - Breviario comico. A perpetua memoria
2013 - L'assassino
2013 - Gli sdraiati
2015 - Ognuno potrebbe
2016 - (Bi)sogni e altri demoni
2017 - La Sinistra e altre parole strane
2017 - Il grande libro delle Amache. 25 anni di storia italiana con pochi cedimenti allo sconforto, a cura di Papi




Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi. Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l'estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un'ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei "dopopadri". "Gli sdraiati" è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli "eretti" non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.

Incipit:
1.
Ma dove cazzo sei?
Ti ho telefonato almeno quattro volte, non rispondi mai. Il tuo cellulare suona a vuoto, come quello dei mariti adulteri e delle amanti offese. La sequela interminata degli squilli lascia intendere o la tua attiva renitenza o la tua soave distrazione: e non so quale sia, dei due “non rispondo”, il più offensivo.
Per non dire della mia ansia quando non ti trovo, cioè quasi sempre. Ho imparato a relegarla tra i miei vizi, non più tra le tue colpe. Non per questo è meno greve da sopportare. Ogni sirena di ambulanza, ogni riverbero luttuoso dei notiziari scoperchia la scatola delle mie paure. Vedo motorini schiantati, risse sanguinose, overdosi fatali, forze dell’ordine impegnate a reprimere qualche baldoria illegale. Leggo con avidità masochista le cronache esiziali del tuo branco, quelli schiacciati nella calca dei rave party, quelli fulminati dagli intrugli chimici, quelli sgozzati in una rissa notturna in qualche anonimo parcheggio di discoteca, quelli pestati a morte da gendarmi indegni della loro divisa.
Una fragilità materna, non preventivata, rammollisce il mio aplomb virile. Mi rendo conto di sommare le due debolezze: la smania protettiva della Madre, le pretese di rettitudine del Padre. Mi vedo soccorrerti e contemporaneamente sgridarti, caricatura schizofrenica dell’autorità.




Si tratta di un saggio più che di un romanzo, nel quale l’autore racconta attraverso la sua esperienza di padre, il difficile rapporto tra genitori e figli che si allarga però allo scontro generazionale adulti-giovani. Io che sono a metà tra l’una e l’altra “generazione” ho trovato in alcuni punti i ragazzi descritti davvero odiosi e maleducati. Perché ci sta la tempesta ormonale e le differenze ma in alcuni casi quella descritta è solo maleducazione. Il protagonista si chiede le ragioni di questa distanza con il figlio che non riesce a colmare in nessun modo. Si chiede se sta sbagliando qualcosa o se con il tempo le cose si metteranno a posto da sole. Ho trovato geniale il racconto della guerra tra vecchi e giovani. Un modo bellissimo e molto giusto anche per sottolineare le differenze generazionali che spesso dividono ma dovrebbero invece unire. Mi è piaciuto soprattutto perchè mi ha fornito tantissimi spunti di riflessione e mi ha fatto capire quanto a volte i giovani siano troppo superficiali e quanto invece i vecchi, le persone anziane, diventino egoisti andando avanti con l’età. La cosa bella poi del libro è che anche se fondamentalmente l’autore “tifa” per la generazione più giovane, non ci fornisce una soluzione al problema generazionale ma ci racconta soltanto la sua opinione, descrivendo il quadro sociale odierno. Sono presi di mira gli stereotipi dei giovani vestiti tutti uguali, senza orari nè regole, sempre fissi sullo schermo di un computer o sullo smartphone. Allo stesso modo l’autore ridicolizza i comportamenti esageratamente pesanti dei genitori e degli anziani in genere che sanno soltanto giudicare le nuove generazioni ma non si prendono la briga di comprenderli o di dare loro modo di esprimersi e di mettere a frutto le proprie idee. Il finale poi mi è piaciuto molto perchè comunica al lettore la bellezza del rapporto genitori-figli che sarà sempre conflittuale ma che è viscerale e difficilmente si risolverà in modo negativo.





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